L'accusa ordinaria fuori piatto

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L'accusa è rinascimentale, forse proveniente da altri giochi, con regole mutevoli nei secoli. Nel XVIII secolo era effetuata durante il primo giro di presa, come oggi. Per analogia per la tempistica dei Termini, di cui parlerò in seguito, sembra probabile che avvenisse al proprio turno di calata. Doveva essere fatta ostensivamente, mostrando le carte accusate.

Nel Settecento come oggi, si potevano accusare tutte le combinazioni di squenza e di cricca, ottenendo in premio gli stessi punteggi previsti dal normale computo. Era questa l'accusa ordinaria, che si segnava fuori Piatto. L'accusa si computava a decine di punti.

E' necessario il porre innanzi di sé... tanti segni quante sono le decine d'essi punti accusati.

Come segni usavano ferlini o lupini, e dopo l'accusa se li mettevano davanti, fuori dal piatto, ma posti in chiara evidenza, altrimenti si perdevano i punti. Le unità da zero a quattro appartenevano alla diecina inferiore, da cinque a nove alla superiore. Esemplificando, 34 punti venivano segnati come 30, mentre 55 come 60.

I punti d'accusa ordinaria andavano sommati a quelli della mano in caso di vittoria della stessa. In caso di sconfitta, i punti accusati andavano a favore degli avversari vincitori sotto forma di Onori. Insomma il vincitore della mano metteva nel suo piatto i punti di tutte le accuse fatte al tavolo.

Questa regola faceva sì che chi temeva della buona riuscita del gioco non accusasse. Gli Onori derivati dall'accusa altrui non rientravano nel punteggio ordinario su cui si computavano le Onoranze.

I punti dovevano essere evidenziati correttamente prima della copertura della prima mano, a pena di perdita degli stessi o di appropriazione del punteggio mal segnato dagli avversari.